(Vouziers, Ardenne, 1828 - Parigi 1893) critico e storico francese. Studiò alla Scuola normale. Insoddisfatto della condizione di insegnante di provincia, si recò a Parigi, dove collaborò alla «Revue des deux mondes» e al «Journal des débats» con articoli di critica e studi letterari. Ben presto, pur in contrasto con l’eclettismo ufficiale, ottenne larga rinomanza per la novità delle sue vedute, lo spessore della sua cultura e l’eleganza dello stile. Chiamato a insegnare estetica all’École des beaux arts, pubblicò diversi saggi: Saggio su Tito Livio (Essai sur Tite Live, 1854), La Fontaine e le sue favole (La Fontaine et ses fables, 1860), Saggi di critica e di storia (Essais de critique et d’histoire, 1858) seguiti da Nuovi Saggi (Nouveaux essais, 1865) e Ultimi saggi (Derniers essais, 1894). Pubblicò anche Viaggio alle acque termali dei Pirenei (Voyage aux eaux des Pyrénées, 1855), in cui diede prova di un vivace slancio immaginativo. La storia della letteratura inglese (Histoire de la littérature anglaise, 1863) rese popolare in Francia il patrimonio letterario d’oltremanica e testimonia l’ammirazione di T. per la cultura e le istituzioni britanniche. La prospettiva filosofica, vicina al determinismo positivista, che informa le sue opere estetiche e storiche, è ricapitolata nell’introduzione alla Storia, nella Filosofia dell’arte (La philosophie de l’art, 1865) e nel saggio L’intelligenza (De l’intelligence, 1870). Ma la sua opera più celebre è Le origini della Francia contemporanea (Les origines de la France contemporaine, 6 voll., 1876-94): in essa T. cerca di esaminare da vicino i mali storici che portarono la Francia al disastro di Sedan e accusa i protagonisti della rivoluzione del 1789 di delirio della ragione. Pur se ha il limite di muovere da premesse pregiudiziali troppo rigide, di trascurare il contesto della politica estera del tempo e di cedere troppo spesso al vezzo delle formule definitorie, l’opera rimane un monumento storico di indubbia robustezza.Il pensiero di T. si riassume nella nota formula «l’ambiente, la razza, il momento», col quale egli intese sottolineare l’importanza dell’influsso delle contingenze storiche, delle premesse antropologiche e del contesto geografico e sociale sul comportamento umano, e quindi anche sulle opere artistiche. Ricordiamo infine le brillanti relazioni di viaggio: Viaggio in Italia (Voyage en Italie, 1866) e Note sull’Inghilterra (Notes sur l’Angleterre, 1872).